VINITALY: L’ABRUZZO RIPARTE A VERONA CON I VITIGNI AUTOCTONI

VERONA – L’avanzare della campagna di vaccinazione anti Covid, con la riapertura di tutte le attività di ristorazione in tutto il mondo, proietta il fatturato del vino Made in Italy a livelli record con un valore di oltre 12 miliardi nel 2021 superando anche i risultati del periodo pre Covid. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat presentata in occasione del primo Vinitaly Special Edition, che si svolge con la vendemmia in corso, dove sono stati esposti per la prima volta dal vivo i grappoli provenienti da tutte le regioni d’Italia presso il padiglione 4 stand D3 della Fiera di Verona.

Per l’Abruzzo ci sono Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Cococciola e Montonico: vitigni che segnano una ripartenza dopo l’emergenza sanitaria Covid 19 in un settore che conta una produzione media annua di circa 4.500.000 quintali di uva e 3milioni di ettolitri di vino di cui almeno un milione a denominazione di origine per un totale di circa 18mila aziende vitivinicole attive e sempre a più alta specializzazione su una superficie agricola complessiva di oltre 32mila ettari.

“La vitivinicoltura abruzzese è oggi una realtà importante tanto che l’Abruzzo può considerarsi tra le regioni in cui il vino, con particolare riferimento al Montepulciano, ha saputo imporsi fino a diventarne l’immagine di riferimento, con una filiera che costituisce il principale comparto agricolo regionale (21% dell’intera PLV, la più elevata incidenza tra le regioni italiane) e una produzione media di vino rappresentata dal 70% di vini rossi e da un restante 30% di bianchi – dice Coldiretti Abruzzo – Una realtà fiorente anche per i numerosi apprezzamenti che arrivano dall’estero, che si traducono con una consolidata crescita delle esportazioni e che oggi riparte dopo un periodo di forte difficoltà collegato all’emergenza sanitaria”.

L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano e abruzzese – continua la Coldiretti – è l’attenzione verso il legame con il territorio, la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice. Le aziende agricole dei giovani possiedono peraltro una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.

Commenta:

Autore dell'articolo: Redazione