Ornitologi Volontari

Ornitologi Volontari per catalogare gli uccelli acquatici

ORNITOLOGI VOLONTARI, DA 30 ANNI IN ABRUZZO SI OCCUPANO DI CATALOGARE GLI UCCELLI ACQUATICI.

Coppia Germani reali foto Massimo Pellegrini

PESCARA – 23 gennaio 2020. Dopo ben 30 anni dal primo censimento, anche nel 2020 ben 54 ornitologi ed appassionati birdwatchers hanno censito anatre, gabbiani ed altri uccelli acquatici. Tutto questo in ben 42 località che comprendono tutte le c.d. zone umide regionali della regione Abruzzo; dall’ intero litorale per un totale di 140 km. percorsi a piedi, fino al Lago di Campotosto ad oltre 1.300 metri di quota.

Il tutto, ancora una volta, senza alcun contributo ne rimborso spese da parte della Regione Abruzzo; che è uno degli Enti che utilizza, o dovrebbe utilizzare, i dati raccolti ai fini della gestione faunistica.

Ornitologi Volontari: ISPRA, S.O.A. e Ministero dell’ Ambiente

Il censimento degli uccelli acquatici svernanti viene condotto in tutto il Paleartico occidentale nell’ambito del progetto International Waterfowl Census; coordinato a livello nazionale dall’ ISPRA ( Istituto per la Protezione dell’Ambiente). Per conto del Ministero dell’ Ambiente, ed a livello regionale dalla S.O.A. (Stazione Ornitologica Abruzzese).

Oltre alle decine di volontari della SOA, dell’Istituto Abruzzese Aree Protette; ed anche del gruppo ornitologico Snow Finch hanno partecipato alcuni osservatori esperti dei Reparti Biodiversità dei Carabinieri Forestali. Poi dei Parchi del Gran Sasso e Monti della Laga e della Majella; della LIPU e di alcune Riserve Regionali ed Oasi WWF. Contribuendo tutti insieme ad un monitoraggio che permette di seguire nel corso degli anni il trend delle popolazioni di molti uccelli.

Airone guardabuoi foto Massimo Pellegrini-1

L’ Abruzzo ancora una volta dimostra di non essere solo la terra di orsi, lupi ed aquile.

I dati complessivi sono ancora in corso di elaborazione; ma anche nel 2020 i due veri hot spot regionali si confermano quello della Riserva Naturale del Lago Di Campotosto, per le aree interne. Dove sono state censite  di 16 diverse specie per un totale di 6121 uccelli con concentrazioni notevoli di anatre.

Tra queste il Moriglione ( 1322)  ed una presenza considerevole di specie rare a scala europea come la  Moretta tabaccata ( 12). E quello del Porto e litorale di Pescara,  per la costa , con 14 diverse specie per un totale di 527 uccelli; per la maggior parte gabbiani e cormorani. Ma anche con presenze di specie molto rare in tutto l’Adriatico come l’elegante Pittima minore, con il tipico becco rivolto all’ insù; ed il Mugnaiaccio il più grande gabbiano europeo. Per ambedue le specie si tratta di animali che si riproducono solo nelle regioni più settentrionali d’Europa anche oltre il circolo polare artico.

Frullino, Pavoncella, Marangone e Airone

Anche in questo anno tra le specie più rare con poche unità, si registrano anche uccelli ancora inspiegabilmente cacciabili; almeno sulla base del Calendario Venatorio vigente in Abruzzo. Tra questi il Frullino (osservati 0 esemplari) e la Pavoncella ( osservate solo poche decine di esemplari).

A proposito del rapporto negativo tra la presenza degli uccelli acquatici e della caccia, anche in questo anno è dimostrato come ambienti acquatici molto piccoli ma protetti ospitano un numero enorme di uccelli rispetto a quelli dove si spara da Settembre a Gennaio.

Pittima minore foto Marco Liberatore-1

E’ il caso dell’invaso di Bomba, che, nonostante la notevole estensione di oltre 1.000 ettari, ospita una quantità limitatissima di appena poche decine di uccelli acquatici; svernanti a causa del disturbo venatorio.

Mentre, ad esempio, nello specchio d’acqua delle sorgenti del  Pescara , esteso appena una ventina di ettari, sono censiti molti più esemplari appartenenti a  diverse specie. In questa zona, da molti anni vige il divieto di caccia imposto dalla Riserva Naturale Regionale.

Un aspetto particolare rilevato nel 2019 come negli ultimi anni è l’aumento costante di specie particolari; un tempo assenti o accidentali in Abruzzo. Parliamo del Marangone minore, un piccolo cormorano a distribuzione orientale; e l’ Airone guardabuoi che soprattutto nelle province di Teramo e Pescara è sempre più comune. Per ambedue le specie si tratta, non a caso, di uccelli tipici di ambienti caratterizzati da climi mediterranei o tropicali; e quindi avvantaggiati dai noti fenomeni di climate change.

Ornitologi Volontari: richieste di sanzionamento per far rispettare i divieti

 E’ da segnalare infine la scarsità di alcune specie rare e delicatissime come il Fratino; vero e proprio testimonial della conservazione delle spiagge. Sempre più disturbato anche nei mesi invernali a causa dell’uso incontrollato del litorale da parte di orde di motociclisti; insieme a quad, cavalli e cani non mantenuti al guinzaglio.

Tra pochissimi mesi questo rarissimo uccello tutelato, in teoria, anche da norme comunitarie inizierà a riprodursi; deponendo le uova sulla sabbia nei pochi tratti di arenile ancora integro. Bisogna pertanto impedire che le nostre spiagge siano considerate “terra di nessuno”. La SOA chiede pertanto alla Capitaneria di Porto; e di seguito all’arma dei Carabinieri Forestali, comprese tutte le forze dell’Ordine di vigilare e sanzionare chi non rispetta i divieti.  Ed anche i limiti imposti dalle normative vigenti.

IMMAGINE IN EVIDENZA: Mugnaiaccio foto Innocenzo De Bernardinis.

Ornitologi Volontari: informazioni Massimo Pellegrini 328 0508631, Carlo Artese 334 7243905
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Autore dell'articolo: Redazione