Gli spumanti d’Abruzzo Doc Trabocco sugli scudi in una masterclass a Pescara

PESCARA – Nell’ambito del tour itinerante voluto dal Consorzio regionale di Tutela Vini per far conoscere il nuovo marchio collettivo “Trabocco“, interessante veicolo promozionale dello spumante d’Abruzzo Doc, si è tenuta oggi pomeriggio all’hotel Esplanade di Pescara una masterclass con Massimo Di Cintio e Gianluca Marchesani che ha visto come protagonisti 8 vini di 4 cantine, il cui obiettivo è quello di valorizzare i vitigni autoctoni del nostro territorio. VistAbruzzo era presente e vi racconta com’è andata.

Introducendo l’incontro, Di Cintio ha ricordato che “la Doc Abruzzo è stata creata nel 2010. In questi ultimi anni,  anche grazie al lavoro dell’Arssa, c’è stata una riscoperta dei vitigni autoctoni, che in origine erano difficili da gestire perché erano molto acidi e potevano avere sbalzi di alcolicità. Nel 1990 è stato piantato il primo vigneto di Pecorino e nel 1996 è arrivata la prima bottiglia. Oggi c’è un mercato che chiede molto le bollicine e nel quale ci possiamo tranquillamente inserire. In Abruzzo ci sono aziende che producono spumante con metodo italiano utilizzando uve abruzzesi. Noi stiamo vendendo un prodotto che rappresenta la nostra terra, senza più quei campanilismi che ormai sono da superare. Le varietà presenti in questi spumanti sono molteplici: Pecorino, Passerina, Montonico e Cococciola, nonché le uve Montepulciano per il rosé”.

Primo assaggio: Legonziano Montonico. Un vino da introduzione, perfetto per l’aperitivo. Il Montonico, se vogliamo, è un po’ “il Montepulciano in bianco”, come ha giustamente fatto notare Marchesani. Si caratterizza per essere un vino che ha una buona acidità, con un gusto avvolgente e seducente.

Secondo assaggio: Legonziano Passerina.  Qui c’è già un po’ più di frutto. Una bollicina che è buona anche con qualcosa da stuzzicare. Questo vino risulta essere un po’ più impegnativo come struttura, ma è dotato di grande morbidezza.

Terzo assaggio: Casal Thaulero Voilà Pecorino. Marchio del consorzio Citra, presenta un gusto deciso e croccante, sapido, intenso e piacevolmente fresco, con una struttura complessa e armonica. Molto gradevole.

Quarto assaggio: Citra Aurae Stellae Pecorino. Si sale di livello partendo da una struttura di base un po’ più importante, con una freschezza straordinaria. Si sente anche una nota vegetale, e al naso quasi non sembra una bollicina. Ci si stupisce in positivo.

Quinto assaggio: Vinco Venere Bio Bianco. Mix avvolgente (e coraggioso) di Cococciola e Pecorino, al primo impatto ha una sensazione di lievito, la famosa “crosta di pane”. Qui c’è già un po’ più di complessità. Beverino e suadente. Per noi è il migliore.

Sesto assaggio: Casal Thaulero Voilà Rosé. Intrigante. Proviene da un vitigno duttile e di tutto rispetto, con un’identità marcata e riconoscibilissima. Presenta sentori di rosa e fiori di ibisco che si intrecciano a note di ciliegia, fragoline di bosco e litchi.

Settimo assaggio: Citra Aurae Stellae Rosé. Grande capacità di trasporto delle sensazioni olfattive, al naso è quasi setoso. Fresco e pungente. In bocca mantiene l’acidità e quindi starebbe benissimo sia con la pizza che con i salumi. Da provare.

Ottavo assaggio: Vinco Rosé extra dry. Ha un naso più leggero, secco e lineare. In altre parole: diretto. E, sempre a naso, presenta una sensazione di polpa gialla. Accattivante. Promosso a pieni voti.

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Autore dell'articolo: Redazione