Dall’Abruzzo prospettive e idee per un turismo dei sensi

ORTONA – Il settimo appuntamento con Tempo di Rinascita, il palinsesto di conferenze digitali ideato dall’agenzia di comunicazione DOC-COM, è stato un viaggio intorno alle eccellenze italiane che fanno dell’esperienza da vivere sul territorio una leva turistica importante. Realtà coraggiose, che non si arrendono anche di fronte alla crisi post pandemia, ma percorrono la strada dell’innovazione. Spazio, quindi, alle case history, dalla Sicilia al Veneto, passando dall’Abruzzo e dalla Calabria, con esperienze e proposte imprenditoriali di frontiera. Testimonianze arricchite dalle riflessioni e gli stimoli di due esperti del calibro di Roberta Garibaldi Giambattista Marchetto, giornalista IlSole24Ore e Pambianco.

Tra gli ospiti, Nicola D’Auria, in qualità di presidente Movimento Turismo del Vino – nazionale e abruzzese – e di imprenditore vignaiolo, con cantine e azienda nella terra natale, nell’ortonese. “Il Movimento Turismo del Vino incarna perfettamente le esigenze di un turismo esperienziale. La conformazione stessa della penisola, con la sua variabilità paesaggistica, rende facile creare prodotti peculiari e unici. L’Italia è identificabile con i suoi vini, e siamo i primi produttori mondiali. La quarantena ci ha imposto nuovi ritmi e nuove regole, ma non ha spento la sete di novità e di qualità, i wine lovers hanno reagito svuotando le dispense e riempendole di nuove bottiglie, le vendite online sono cresciute con numeri importanti. Sono le stesse persone che ora desiderano viaggiare alla scoperta delle aziende vinicole. È per loro che lavorando insieme, in sintonia con gli interlocutori istituzionali, abbiamo ideato Tranquillamente Enoturismo, il primo protocollo al mondo che riguarda l’accoglienza nelle cantine”.

L’analisi di Roberta Garibaldi, esperta di turismo enogastronomico, enoturismo e cultura, docente all’Università degli Studi di Bergamo, parte dalle tendenze che si stanno affermando in questo periodo di transizione. “Dopo il lockdown si sono delineate alcuni trend di fondo: la ricerca di soggiorni lontani dal turismo di massa e soprattutto la riscoperta della sostenibilità, un tema già importante, ma ora centrale, e assimilato a un più profondo senso di responsabilità sociale. Anche l’autenticità, che negli ultimi anni era diventata un driver importante, ora è al primo posto nelle motivazioni di viaggio. A fianco di un turista più tradizionale e rilassato cresce il segmento di viaggiatori onnivori, desiderosi di esperienze molteplici e varie: gli appassionati di enogastronomia rientrano in questo gruppo. Anche lo storytelling deve aggiornarsi per riorganizzare le esperienze tenendo conto di queste indicazioni: c’è spazio per la creatività”.

Secondo Giambattista Marchetto, giornalista IlSole24Oree Pambianco, esiste un doppio binario. “Da un lato, per alcuni, c’è la ricerca dell’isolamento e di esperienze safe, dall’altro lato molti si percepiscono, per usare un neologismo, come dei “consumattori”. È una tendenza che ha subito una forte accelerazione in seguito alla quarantena. Il turista-consumatore diventa viaggiatore-protagonista, ovvero complice dell’esperienza che vive. Come accade già nell’ambito dell’arte performativa, del teatro, della musica, della danza, si annullano i confini tra spettatori e attori, per entrare in una dimensione interattiva, focalizzata su relazioni umane, sensorialità, identità dei territori. Le parole d’ordine sono più che mai customizzazione, esperienza diretta, valorizzazione del genius loci”.

“Il Parco della Sila si sta affermando come territorio straordinario, con ettari di bosco dalle caratteristiche nordiche affacciati sul Mediterraneo, vette di 2000 metri, possibilità di sport all’aria aperta, attenzione per la biosostenibilità e l’enogastronomia” ha aggiunto il coordinatore Progetto Destinazione Sila Daniele Donnici. “Con Destinazione Sila siamo impegnati a mettere a sistema l’offerta turistica esperienziale attraverso una rete di imprenditori. Stiamo realizzando una mappatura socio-economica del territorio, organizzando e creando prodotti turistici da commercializzare prevalentemente attraverso web. Il tutto attraverso un approccio partecipativo, con modalità bottom up. I cittadini, gli artigiani, gli operatori sono coinvolti in un processo di coprogettazione che parte dall’autonarrazione per approdare a esperienze disponibili per il pubblico, formule strutturate ma sempre autentiche. Il tessuto artigianale e agroalimentare è un plus per questa offerta.

Anche sulle Dolomiti ampezzane fare squadra è indispensabile. “Noi invitiamo coloro che aderiscono a Cortina Delicious a differenziarsi tra loro e definire la loro identità, comprendere chi sono e come si propongono al pubblico, evitando la tentazione dell’emulazione” spiega Stefano Illing, presidente Consorzio Cortina Delicious, e ideatore Progetto area Cortina Delicious – il consorzio che raggruppa gran parte dei rifugi, alberghi, ristoranti e impianti a fune delle aree Lagazuoi, 5 Torri, Giau, Falzarego, Croda da Lago, Pocol e Tofana di Rozes, oltre all’Associazione Gruppo Guide Alpine di Cortina. “Questo per quanto riguarda i prodotti, ma anche il carattere, l’espressione della personalità. In questo modo abbiamo ideato una formula particolare, che potremmo definire “autenticità fai da te”: il viaggiatore costruisce la sua vacanza a partire da una serie di proposte elaborate dagli attori locali, vivendo così un’esperienza unica e differente”.

Ornella Laneri ha partecipato nelle vesti di presidente Four Points by Sheraton Catania e Fondazione OELLE e Mediterraneo Antico, e di coordinatrice Aidda for Tourism. “Viviamo, dopo la quarantena, una fase di rinascita ed effervescenza legata alla capacità di fare sistema. Un esempio è Women Destination, il progetto ideato all’interno dell’associazione nazionale AIDDA, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti in Azienda, proprio durante il lockdown. È un nuovo network che promuove piccole aziende e percorsi di viaggio incentrati sulla riscoperta dei territori e delle piccole aziende locali. Un’idea che nasce dall’esperienza sul campo delle donne dell’imprenditoria e che pone al centro la sostenibilità, i percorsi virtuosi, la rete. Un altro modello virtuoso è Sine Die, il progetto nato in “casa” OELLE, una call aperta a tutti. Obiettivo, mobilitare la creatività collettiva e creare una piattaforma, un archivio fotografico costituito da foto e testi che raccontano questi ultimi mesi. La risposta è stata incredibile e partecipata. Così continuiamo a lavorare sul tema essenziale della memoria”.

Quanto a Gabriele Gneri, è l’ideatore Lovely Hotel e tra i fautori di #IoRestoinItalia, network che valorizza il turismo di prossimità in una fase in cui il mercato estero è necessariamente in grande flessione. “Lovely Hotel è un osservatorio privilegiato sul presente: prendiamo per mano le aziende e le aiutiamo a ideare e progettare esperienze che siano fruibili, vendibili, ben comunicate. Inoltre ci preoccupiamo di avvicinare queste realtà ai loro mercati di riferimento. In questo periodo “piccolo è bello”, e le strutture di dimensioni più limitate sono avvantaggiate nel permettere di scoprire atmosfere d’altri tempi e percorrere rotte lontane da quelle più battute. Occorre curare prima degli aspetti essenziali e preliminari, al tempo stesso culturali e organizzativi, prima di dedicarsi a quelli più commerciali, legato alla comunicazione e al racconto di sé. Solo così si possono organizzare, ad esempio, inventare esperienze enologiche di qualità e innovative, con percorsi di scoperta dell’azienda declinabili secondo i desideri del viaggiatore”.

Infine, Francesca Tinazzi, titolare Tinazzi Winery, Wine Italian Experience, ha raccontato l’esperienza della sua azienda storica della Valpolicella, con sedi anche in Puglia. “Siamo da sempre abituati al contatto con i clienti, al rapporto personale, fatto di visite e degustazioni in loco. In questa situazione ci siamo rinnovati, dedicandoci all’e-commerce, con risultati al di sopra delle nostre aspettative. Inoltre il restyling dei canali social ci ha permesso di curare meglio la nostra presentazione e fornire più informazioni a chi, come i nostri clienti, non poteva più attingere alla fonte, venendoci a trovare. In questo modo abbiamo attirato un target giovane, pronto ad adattarsi ai tempi e ad interagire attraverso webinar, degustazioni online, visite virtuali. L’esperienza della scuola di cucina online si è arricchita di contenuti e di fruitori. Nel frattempo, stiamo ricevendo le prime prenotazioni per le degustazioni in cantina, un segnale positivo e incoraggiante per la ripartenza”.

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Autore dell'articolo: Redazione