Teatro Circus di Pescara

Al Teatro Circus di Pescara va in scena “L’arminuta”

L’arminuta”  va in scena al Teatro Circus di Pescara; tratto dal romanzo di Donatella Di Pietrantonio, riduzione per la scena di Giacomo Vallozza; regia di Lucrezia Guidone, con Lucrezia Guidone e Beatrice Vecchione.

Torna in Abruzzo giovedì 13 febbraio, ore 21.00, per la sesta edizione del festival “La cultura dei legami”; ormai uno degli appuntamenti più significativi della scena culturale regionale. Ideato e diretto da Edoardo Oliva del Teatro Immediato, in collaborazione con il Comune di Pescara, il TSA, la Fondazione Pescarabruzzo.

Teatro Circus di Pescara va in scena l’amore, la vita e l’espressività di una regione ancora poco conosciuta

PESCARA – Lo spettacolo è stato fortemente voluto dall’assessore alla cultura del Comune di Pescara Mariarita Paoni Saccone;

L’allestimento de “L’Arminuta”  oltre a costituire il fiore all’occhiello del cartellone della rassegna curata dal direttore artistico del Teatro dell’Immediato Edoardo Oliva; rappresenta uno sforzo di promozione culturale che intende valorizzare le migliori energie creative del territorio. Con personalità di primo piano quali la scrittrice Di Pietrantonio; e la regista-attrice Guidone che per la prima volta recita nella sua città natale”.

“L’arminuta” è Lucrezia Guidone, una delle attrici più interessanti della scena italiana; lanciata da Luca Ronconi, premio Ubu nel 2012 come attrice under 30. Premio Maschere del Teatro Italiano, Premio Duse, Premio Flaiano, Premio La Repubblica “Giovane talento” e tra le protagoniste della serie fantasy su Netflix de “La Luna Nera”.

“L’arminuta” é una storia che parla di vita, di appartenenza, di amori e di rabbia in un Abruzzo poco conosciuto, ruvido e vero.

La storia

In prima persona la giovane protagonista narra, seguendo un articolato filo cronologico, con un linguaggio asciutto e intensamente espressivo, la sua insolita storia.

Lei è l’arminuta, la ritornata, colei che da una vita di città, che ha sempre creduto la sua, si trova a tornare nel paesello d’origine alla sua famiglia naturale.

Deve così affrontare una vita aspra, in un ambiente povero ed estraneo se non ostile. Solo la sorella Adriana, di poco più piccola, il fratello grande Vincenzo e il piccolo Giuseppe si distinguono, in modi diversi, in questa famiglia disordinata e confusa; e con loro la tredicenne — di cui non è mai specificato il nome e che è individuata solo con il soprannome — riesce a stabilire relazioni. Particolarmente difficile è il rapporto con la madre, anch’essa senza nome, posta a confronto con l’altra madre, quella adottiva, emblema di affetto, cura e protezione.

Lei non sa i motivi di questo trasferimento che le segna l’esistenza, tutti sanno ma a lei non hanno detto, perciò mentre narra “L’arminuta” cerca risposta al suo perché dell’abbandono.

Per informazioni:  333.6530249-338.8726382.

FONTE IMMAGINE: ©fabiolovino

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Autore dell'articolo: Redazione